Questo progetto è ancora in corso, queste fotografie sono state scattate tra il 2014 e il 2018 ai rave party italiani e francesi.
Fin da piccola sono stata una bimba ribelle e crescendo, durante la mia adolescenza, ho avuto sempre più voglia di fare avventure, di andare contro alle regole, ho sempre voluto essere libera.
Ho iniziato a frequentare i rave party, quando avevo 15 anni, in seconda superiore, e la mia passione per la fotografia era già grande, tanto che portavo con me la mia macchina fotografica sempre.
Fin da subito mi sono trovata benissimo, ricordo di aver pensato: "ho trovato il mio posto", perché mi estraniavo totalmente dalla mia vita quotidiana per entrare in un turbinio di fango, capannoni abbandonati, prati verdi, divertimento, musica, gente. Mi sono totalmente immersa nella cultura dei rave per diversi anni, nei loro ideali e nel loro stile di vita e ho amato ogni cosa. Io mi facevo strada tra occhi indiscreti e parole di giudizio e inseguivo il mio sogno di libertà e comunità.
Avevo imparato molto bene a fregarmene del pensiero disgustato altrui perché sapevo che quella realtà in quel momento mi faceva stare serena. Ricordo molto bene quanto tutti lo ritenessero sbagliato, i miei genitori, i professori, i media, i giornali... Ricordo molto bene quanto ho dovuto lottare per far capire a chi mi stava intorno che non era solamente un sabato sera per me, per far capire quanto tenessi a quell'angolo di vita. Per me sono stati anni bellissimi, pieni di sorrisi, gioie e dolori, amicizie e amori.
La musica e tutto quello che girava intorno alle feste era diventato il mio pane quotidiano e mi sentivo così libera, senza pensieri, senza problemi, mi sembrava di tornare bambina.
Ora guardo tutto con occhi diversi, più maturi, ma mi accorgo che appartengo e apparterrò sempre a una cultura senza radici, in cerca di avventure e storie nuove.
Quegli anni mi hanno insegnato sicuramente che niente è impossibile, nemmeno i sogni, e che basta credere in se stessi per raggiungerli.